domenica 28 dicembre 2014

Cuore di-vino: un lavoro lungo tre anni

Non è giusto dire che ho fatto questo quadro nel 2011 per due ragioni: la prima perché l'ho dipinto in stretta collaborazione con il mio amico Duccio Cao e la seconda perché ultimamente l'ho rivisto e corretto e, quindi, il risultato finale che oggi vedete non è più, a tutti gli effetti, quello del 2011.
La storia di questo lavoro è molto interessante: avevo aderito al progetto del primo Vin-Art di Fiesole anche perché lo organizzava la Galleria del Teatro Romano ( anch'essa di Fiesole ) che all'epoca mi promuoveva e, naturalmente, il tema dei lavori doveva essere sul vino.
Essendo io un pittore che tende all'informale, lavorare su un tema così specifico mi pareva una forzatura per quello che intendevo ed intendo ancora per arte, quindi chiamai un mio vecchissimo amico restauratore, Duccio Cao appunto, per vedere se mi chiarivo un po' le idee.
In una bellissima serata ad un' enoteca ( luogo adattissimo per quello specifico scopo ) buttammo giù quest'idea e cioè di fondere l'antichissima tecnica di doratura delle tavole di Cennino Cennini ( XV secolo ) con un'idea più moderna di pittura, ma, sopratutto, di fare detto lavoro insieme.
Il risultato, più che soddisfacente, fu però funestato da diversi piccoli inconvenienti: la lunghezza del processo di doratura, l'odore nauseabondo delle colle naturali e, per ultimo, il peggiore di tutti, l'imbarcamento della tavola. Quando alla fine di un lavoro come questo una tavola si imbarca ci resti veramente di stucco... ma come avevamo calcolato tutto tranne l'effetto delle colle umide sul legno.
Insomma qualcosa lo avevamo sbagliato, quindi ci restava un'unica soluzione: sentire un bravo corniciaio e pregarlo di fare il lavoro in tempo da record, anche perché mancano solo due giorni alla mostra. Il corniciaio ci risolse il problema con una cornice che al tempo stesso rimetteva la tavola in asse e così potemmo partecipare alla mostra.

Questo successe nel 2011, poi il quadro ritornò nel mio studio e lì rimase fino a pochi giorni fa, quando, riguardandolo per l'ennesima volta, decisi di cambiarlo radicalmente.

Siccome non esistono foto del lavoro del 2011, cercate di immaginare l'opera invasa da fili multicolore che affogavano la tavola di troppe cromie e la cornice salvifica di color nero.

Quello che a me non tornava era che una tavola dorata con una tecnica così antica non fosse visibile per troppa ricchezza di materia... insomma dovevo semplificare il quadro.

Così questo è l'ultimo risultato: la tavola si vede, i fili che definiscono il carattere cinetico del mio lavoro spariscono perché delle stesso colore del fondo, ma se colpiti dalla luce creano ugualmente le ombre e la cornice, ora dorata a pennello, si fonde con il quadro e non lo contrasta più.

In ultimo ringrazio la mia signora Reghina che mi ha suggerito di renderlo tutto d'oro.

Che dire di più... se non era per Duccio e Reghina questo lavoro non sarebbe mai nato.

lunedì 1 dicembre 2014



Ognuno di noi ha un colore personale e quando la nostra psiche si veste di una particolare cromia trova un completamento inaspettato.
Nel suo “Tempio dell’arte” Mariotti tenta di solleticare lo spettatore, proponendogli un viaggio che va oltre al dipinto stesso.
Con l’uso del monocromo o di due sole cromie, esalta questo gioco fra ciò che si vede e la nostra psicologia, ma c’è di più perché i fili che completano le otto tele del suo lavoro o celano alla vista la stessa superficie dipinta, creandone una nuova sopra, oppure la completano con una fittissima rete di ombre di riporto che si inseguono l’un con l’altra.
Le quattro tele più piccole, titolate “Accessi”, sono quasi soffocate dal cotone intrecciato che lo stesso autore chiama “Tessitura”, ma dal foro privo di fili nasce come una galassia in formazione.
I lavori più grandi invece rappresentano i quattro elementi della natura e cioè l’acqua, l’aria, il fuoco e la terra, però con una particolarità, perché non avendo nessun titolo scritto, lasciano libero lo spettatore di scegliere il suo elemento e di accostarlo alla sua cromia simbolo.
Il viaggio che Mariotti ci vuole far compiere è così tanto a ritroso nel tempo che la stessa realtà è in formazione.
È una porta ideale che una volta aperta ci fa scrutare dentro noi stessi per scoprire il valore che diamo al semplice concetto di Natura, che per lo stesso autore è l’unico vero  “Tempio”  da venerare e onorare.
L’opera di Mariotti è quindi un ideale confine in bilico fra psicologia e spiritualità, un vero e proprio tempio e quindi anche un “Tempio dell’arte”. 


sabato 29 novembre 2014

Asta di Beneficenza pro IHP

... è stato un onore donare un mio lavoro all'associazione IHP perchè amo profondamente sia la Natura ( che considero l'unico vero tempio che debba essere onorato con tutte le sue forze ) che gli animali. 

Sono stato poi avvisato che il 15 novembre, al Porcellino Art Gallery, faranno un'altra mostra con i lavori invenduti dalla precedente asta di beneficenza. Ecco, sarò sincero, quello che spero è che il mio quadro non ci sia più e che se lo goda un qualche collezionista in casa sua ma, ad esser sinceri, amerei rivederlo ancora una volta... per ora mi accontento di questo video che è molto bello e che mi ha reso un gran bel servizio... grazie di cuore

http://www.trypode.net/horse-utopia/

mercoledì 12 novembre 2014

Stefano Mariotti, attraverso le sue tessiture colorate, si insinua con energia cercando di toccare nel profondo la sensibilità del pubblico. E’ intrigante e curioso il suo intreccio di fili che con maestria arriva a dissolversi lungo estese linee di cotone e lana, che magicamente attraverso l’intreccio di colori vibrano sulla tela, riflettendo la loro immagine come in uno specchio, lo specchio dell’io, proprio di ogni osservatore concentrato a proiettarsi nell’opera di Mariotti.

Il tempio dell’arte contemporanea

Ricerca, sperimentazione e tecnica nella produzione del contemporaneo
Più volte ci chiediamo cosa l’arte contemporanea voglia trasmettere, cosa gli artisti con le loro opere desiderano comunicare al mondo; e’ facile soffermarsi davanti ad un’opera d’arte, provare ammirazione o rimanere totalmente indifferenti o addirittura stupefatti; talvolta risulta difficile capirne il messaggio profondo che spesso si cela dietro la tecnica, alle volte semplice, povera, alle volte ricchissima, curata, colorata.

Installazione pittorica ' Il tempio dell' Arte ' di Stefano Mariotti (part.)
 Il tempio nel quale confluiscono tutte le arti, nella mostra del Salone del Restauro l’arte contemporanea, come gesto e stile, racchiude in sé un percorso vivente di lavori realizzati nel corso della storia; tutto prende forma e corpo, modellandosi e apparendo secondo la sua natura o secondo l’impatto emozionale che muove dentro colui che si sofferma ad osservare.

Il tempio dell’arte dove si concentrano i ricordi, i gesti, gli esperimenti che hanno segnato e sottolineano il tempo, lasciando integri slogan o messaggi propri della nostra civiltà passata e presente, proiettata nel futuro, fotocopia e riproduzione di un qualcosa che già è stato, che già è memoria. Nel tempio si conservano la laicità e la sacralità della civiltà umana e non solo.

I cavalieri di Paolo Staccioli sono un emblema della nostra archeologia, custodia di segni e simboli: personaggi che da lontano, come in un film fiabesco, varcano i mari ed il tempo, invadendo con imperiosa prepotenza la società contemporanea costretta a lasciare spazio a cavalieri statuari che nelle loro ‘vesti di bronzo’ si muovono silenziosamente, lasciando stupefatto l’osservatore.
IV Salone dell' arte e del restauro

Anche Fiorella Noci rende memoria all’arcano attraverso l’essere vegetale: la vita non è solo umana. Piante, arbusti, frutti riesumati si uniscono in una grande danza che dolcemente dà rigore, raffinatezza e luce agli imponenti totem; totem del passato, attualizzati, che si profilano nello spazio come grandi steli, simbolo autentico della morte della natura e di tutti quegli oggetti che l’uomo nel tempo ha usato e messo da parte; oggetti apparentemente inutili, ormai senza vita e corpo, la cui anima lascia un segno visibile e rinnovato nell’opera di Fiorella.
‘Ogni cosa è transitoria anche se rimane memoria’, e Ignazio Fresu lo ricorda in maniera impeccabile nelle sue monumentali installazioni, dove la bellezza dell’effimero cerca di ingannare il tempo. Il passato viene ricostruito e restaurato, torna a nuova vita con il suo aspetto di vissuto, usato, svestendosi dei colori della cenere e del buio e ricoprendosi di luce bianca e smalto laccato, quasi a voler identificarsi con un nuovo ruolo ed una nuova anima più contemporanea; l’osservatore è stimolato ad immaginarsi la scena del ‘passato perfetto’ , imbattendosi nel presente segnato dal tempo, ricostruito e coperto di un ‘nuovo vestito’.

Stefano Mariotti, attraverso le sue tessiture colorate, si insinua con energia cercando di toccare nel profondo la sensibilità del pubblico. E’ intrigante e curioso il suo intreccio di fili che con maestria arriva a dissolversi lungo estese linee di cotone e lana, che magicamente attraverso l’intreccio di colori vibrano sulla tela, riflettendo la loro immagine come in uno specchio, lo specchio dell’io, proprio di ogni osservatore concentrato a proiettarsi nell’opera di Mariotti.

Nella semplicità e nella consapevolezza della perdita della bellezza del passato, che grazie al restauro torna viva, si concentra il lavoro di Luca Federici e Giovanna Sparapani, nelle cui opere l’imprevedibile fenomeno del terremoto, con una istantanea azione, abbatte il tempo e la riflessione, portandosi via la nostra storia. Apparentemente cosa rimane? Il ricordo, l’immagine talvolta compassata che chiede aiuto, poi arricchita, messa a nudo e valorizzata dall’artista fotografo. I colori rispecchiano il dramma: il nero, il grigio, l’argento vengono avvolti da una luce bianca, oro, e dai colori: le immagini di Federici e Sparapani prendono corpo attraverso l’utilizzo di carta pregiata e di squarci coloristici che rimangono inerti nella fotografia, ma hanno la capacità di travolgere e far immergere nei pensieri più sconfinati.

Certi che l’arcano del passato è presente e si cela dietro ogni opera d’arte, lasciando vicino a sé la fuliggine della storia che può ricomporsi solo grazie al lavoro dell’artista, maestro del rinnovamento e della bellezza che spesso risorge, possiamo decidere di immergerci nel vortice delle emozioni: sensazioni fluttuanti che destano curiosità.

Francesca Roberti

martedì 28 ottobre 2014

'Le Tessiture' di Stefano Mariotti per ancora pochi giorni a Ferrara

La personale di Stefano Mariotti ' Tessiture'  a cura di Francesca Mariotti e Silvia Greggio, ancora per pochi giorni sarà ospitata al L' Altrove di Ferrara. Chi non ha avuto la possibilità di visitare la mostra, ha tempo fino a Giovedì 30 Ottobre!
Personale di Stefano Mariotti ' Tessiture' al L'Altrove di Ferrara
Una mostra emozionante, interattiva, coinvolgente non solo per la particolarità dei materiali ( fili, chiodi, terre ) tramite  i quali Mariotti esprime la sua percezione del mondo, ma anche per le tematiche trattate ( Il ciclo della vita , Eros e Thanatos) etc.
Il visitatore sarà inondato di sensazioni inaspettate, date dalla scelta dei colori e dai  fondi materici lavorati con passionalità, per ritrovarsi a dialogare coi quadri attraverso la mutazione del punto di osservazione.

La ricerca di Stefano esce dai confini del percepito per invadere quelli della pura astrazione, che lo porterà a provare diversi modi espressivi fino a stabilire un rapporto quasi amoroso con l'arte cinetica degli anni '70 e la ricerca materica dello stesso periodo. Focalizza la sua attenzione artistica nello studio dell' ombra tramite la materia. L'uso dei fili serve a questo proposito, creando un dialogo in costante tramutazione tra l'ombra e la luce e tra lo spettatore e l'opera, portandolo a realizzare dipinti - installazioni, o tessiture, come li ama definire.

Sempre aperto allo scambio artistico e alle collaborazioni innovative, prosegue con la sua ricerca di pittura interattiva, trattando temi di attualità di filosofia e spiritualità. I suoi lavori si distinguono dal perfezionismo delicato, quasi maniacale, dal carico emotivo, delle volte violento e dal risultato estetico profondamente elegante.

martedì 21 ottobre 2014

Mariotti si dimostra, insomma, un artista che ama suscitare, in chi ammira le sue opere, una riflessione personale, in un “dialogo” che completi l’interpretazione.

Stefano Mariotti in mostra a l’Altrove

Uno stile che richiama lo spazialismo di Lucio Fontana, opere che celando invitano a vedere oltre. La personale “Tessiture” di Stefano Mariotti, in mostra presso lo Spazio d’Arte l’Altrove di via De’ Romei, 38 a Ferrara, è la penultima proposta espositiva del progetto “Tensioni e paradossi”.
Stefano Mariotti con Andrea Musacci 

 L’artista fiorentino presenta una serie di opere eseguite dal 2010 fino a quest’anno, tappe di un percorso nel quale passa da un uso più variegato dei colori ad uno stile più monocromo, e ad un uso diverso dei chiodi (sui quali tendere i fili), funzionale al gioco luce-ombra. Riflessione emblematica di questo pittore, il suo “ciclo della vita”, che inizia “Nel ventre della madre”, si conclude “Nel ventre della terra” e attraversa la nascita, il sangue della sessualità, il turbinio della crescita, le canizie, la morte.

Dittico ' Nel Ventre della Terra / La Nascita'
Un ciclo che, in un’interpretazione religiosa, potrebbe proseguire con un’altra opera, “Dal buio alla luce”, simbolo della rinascita rappresentata dal Cristo crocifisso. Non manca, infine, un “Eros e Thanatos” tanto astratto quanto materico, che incuriosisce, con ironia, il fruitore. Mariotti si dimostra, insomma, un artista che ama suscitare, in chi ammira le sue opere, una riflessione personale, in un “dialogo” che completi l’interpretazione.
La mostra sarà visitabile fino al 30 ottobre nei seguenti orari: da martedì a venerdì dalle 17 alle 20, mercoledì e giovedì dalle 10.30 alle 13.30, sabato su appuntamento.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 ottobre 2014
fonte : https://andreamusaccifreelance.wordpress.com/2014/10/21/stefano-mariotti-in-mostra-a-laltrove/

lunedì 20 ottobre 2014

Un artista concettuale, che rifiuta di essere inquadrato in alcun movimento o discendenza, ma che cerca tra tecnica e significante, la “sua via” per esprimere il proprio pensiero

“…..i fili che inondano i miei quadri hanno lo scopo di velare la superficie della tela per nasconderne una porzione e svelare solo quello che io voglio. Il gioco psicologico che intendo portare all’attenzione è basato quindi su questo duplice aspetto di vedo e non vedo, come se tenessi volutamente socchiusa una porta che nasconde un qualcosa…..”
TESSITURE - personale di  S. Mariotti - Galleria Lo Spazio L' Altrove di Ferrara dal 19/30 Ottobre '14

Così Stefano parla e presenta le sue TESSITURE, che bene si inseriscono, quasi a conclusione, nel Progetto 2014 “TENSIONI E PARADOSSI”, in cui questa mostra sembra far prendere forma allo stesso concetto di “paradosso”, cioè para-doxa, oltre l’opinione, quindi ciò che va “oltre l’apparenza”, oltre quella coltre di gesti e dichiarazioni che nascondono o cercano di celare la realtà delle cose.
con la Prof. S. Greggio, curatrice della mostra.


 Un artista concettuale, che rifiuta di essere inquadrato in alcun movimento o discendenza, ma che cerca tra tecnica e significante, la “sua via” per esprimere il proprio pensiero. I bellissimi mono o bi-cromi stanno sempre più rendendo “tridimensionale” la sua tela che cerca il volume per catturarne le luci. Giocando in questo modo sulla “mutazione” dell’opera stessa nelle diverse angolazioni che si creano con tali effetti, Mariotti cattura lo spettatore e lo coinvolge rendendolo “attore”, che fruisce dell’opera dal suo stesso movimento intorno ad essa, stimolando, empaticamente, le più diverse emozioni!
 con la Prof. F.Mariotti , curatrice della mostra

STEFANO MARIOTTI,

www.stefanomariottipittore, nasce a Firenze nel 1969. Fin da giovanissimo è molto attratto dall’arte, grazie anche al padre Raffaello, professore di Storia dell’arte, approfondendo la conoscenza di artisti moderni e contemporanei. Sono infatti proprio le nuove tecniche che portano a scomporre gli oggetti dalla loro forma reale, rappresentandoli non come appaiono , ma come sono percepiti dall’artista, che influenzano le sue prime esercitazioni di autodidatta, fino a che non riceve una fondamentale lezione dall’illustre pittore futurista Primo Conti.

fonte : http://www.artribune.com/dettaglio/evento/39230/stefano-mariotti-tessiture/

mercoledì 15 ottobre 2014

L’artista Stefano Mariotti di Firenze, espone la sua coinvolgente personale “TESSITURE”, presso la sede dell’Associazione Culturale OLIMPIA MORATA di Ferrara, lo SPAZIO D’ARTE L’ALTROVE di Via De Romei 38, a Ferrara, a cura di Francesca Mariotti e Silvia Greggio.

19/30 Ottobre 2014
STEFANO MARIOTTI
“TESSITURE”
a cura di Francesca Mariotti e Silvia Greggio
Vernissage Domenica 19 Ottobre 2014, ore 17,30
Apertura: Martedì/Venerdì 17.00-20.00. Merc.- Giov. 10.30-13.30 - Sabato su appuntamento
“Il filosofo francese Jean Baudrillard (1929-2007) è stato uno dei più convinti critici della postmodernità e della società simulacro; se lo scetticismo e il relativismo filosofico mettono in dubbio il concetto di verità, egli ha messo più che in dubbio il concetto di realtà, affermando che, nell’era della comunicazione virtuale (televisiva, radiofonica, giornalistica e informatica), i fatti scompaiono e cedono il posto a una apparenza che è il loro esatto contrario......”(di F. Lamendola)
L’artista Stefano Mariotti di Firenze, espone la sua coinvolgente personale “TESSITURE”, presso la sede dell’Associazione Culturale OLIMPIA MORATA di Ferrara, lo SPAZIO D’ARTE L’ALTROVE di Via De Romei 38, a Ferrara, a cura di Francesca Mariotti e Silvia Greggio.
“.....i fili che inondano i miei quadri hanno lo scopo di velare la superficie della tela per nasconderne una porzione e svelare solo quello che io voglio. Il gioco psicologico che intendo portare all’attenzione è basato quindi su questo duplice aspetto di vedo e non vedo, come se tenessi volutamente socchiusa una porta che nasconde un qualcosa.....” ....

La mostra si protrarrà fino al 30 Ottobre 2014.

Per info:
Spazio D’Arte L’Altrove di Francesca Mariotti
Tel. 0532 1824984 – cell. 349 6957480
info@artelaltrove.it

giovedì 9 ottobre 2014

Tra questi 800 tra musei, gallerie, associazioni e luoghi d'arte pubblici e privati, la galleria ROSSOCINABRO che ospita i lavori di Stefano Mariotti.

Saranno oltre 800 tra musei, gallerie, associazioni e luoghi d'arte pubblici e privati a partecipare sabato 11 ottobre alla decima edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa dall'Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani (Amaci).

 La manifestazione è stata presentata questa mattina al dicastero dei Beni e della Attività culturali alla presenza del ministro, Dario Franceschini, che ha sottolineato:
 «Dobbiamo investire sull'arte contemporanea. Il nostro paese è in un colpevole ritardo sull'arte contemporanea. Una delle urgenze è acquisire patrimonio, non svegliarsi troppo tardi. Anche per questo sto lavorando su una norma che esiste già e che permette di pagare tasse e contributi allo Stato con opere d'arte. Abbiamo giustamente investito su conservazione e tutela di quello che ci hanno lasciato le generazioni passate - spiega Franceschini - È un dovere assoluto, sancito dalla Costituzione. Il Sistema Paese ha però creduto poco nella contemporaneità. Eppure tutto è stato contemporaneo: la Domus Aurea è stata architettura contemporanea, la pittura di Raffaello è stata contemporanea così come la musica di Rossini. Anche oggi abbiamo un patrimonio formidabile di talenti e giovani, che arrivano a punte di eccellenza nel mondo: dobbiamo investire su di loro".


Prima mossa del ministero, dunque, la creazione di una Direzione generale dell'arte e architettura contemporanea e periferie urbane che "lavorerà insieme alla nuova Direzione educazione e ricerca. Stiamo anche collaborando con il Ministero dell'Istruzione aggiunge Franceschini - La prima iniziativa sarà un festival della lettura, il 29 e 30 ottobre, ma vogliamo portare nelle scuole anche l'arte e la musica contemporanea".
Per i talenti, "bisogna investire sui giovani e tornare ad acquisire opere e patrimonio. Ai ministri dei beni culturali europei ho proposto degli scambi tra artisti e paesi che ricordino l'Erasmus". E poi c'è la promozione dei musei, in un paese con l'Italia in cui il patrimonio "classico", spesso fruibile gratuitamente tra chiese e piazze delle nostre città, rischia di offuscare le nuove creatività. "Tra i musei - dice Franceschini – bisogna fare sistema, a prescindere se sono pubblici o privati. Investimento significa risorse, ma anche crederci, fare sistema, mettere insieme tutte le cose straordinarie che ci sono e che magari non si parlano tra di loro perché hanno proprietà diverse. C'è un ritardo da recuperare e sono molte le cose da fare, ma stiamo lavorando E quando parlo di investire – ha precisato Franceschini - non mi riferisco soltanto a un impegno di tipo economico, ma anche a uno sforzo teso a creare sinergie tra pubblico e privato, tra Stato e comuni '' .

 L'elenco completo dei luoghi d'arte aperti sabato e degli eventi é scaricabile dal sito www.amaci.org
Articolo di Marilena Pirrelli su Sole 24ore

Tra questi 800 tra musei, gallerie, associazioni e luoghi d'arte pubblici e privati,
la galleria ROSSOCINABRO che ospita i lavori di Stefano Mariotti.

mercoledì 8 ottobre 2014

Le Tessiture di Stefano Mariotti

‘E curioso incontrare un lavoro pittorico definito come ‘tessitura’.  Nel caso di S.Mariotti il termine non è inadatto, visto che nelle sue opere, l’uso dei fili , complesso o minimale che sia, è quello che regala al quadro la sua particolare energia.

Le tessiture sono lavori interattivi, vivi, in costante trasformazione perché il dialogo tra il quadro e la luce è incessante. E la ricerca della luce tra le ombre dei fili, ‘guidate’ dall’ artista con risoluta delicatezza e minuziosità,  che cattura  l’attenzione del osservatore, il quale, interagendo con il quadro, cerca la prospettiva migliore, per interpretarlo.

Nel Ventre della Terra, uno dei miei lavori preferiti, questo concetto si concretizza in maniera mirabile. La luce affievolita, delineata dai fili tessuti, fitti e bui, cerca una via d’uscita, attraversando timidamente il quadro. L’osservatore si avvicina o si allontana dall' opera, la quale rivela altri suoi aspetti nel minimo spostamento dello sguardo, senza perdere di vista il progetto originale. Si svela la materia base, lavorata in modo passionale e crudo, illuminata quanto e come le tessiture permettono e si fonde col loro creando un corpo pulsante
Reghina Papadatou

Stefano Mariotti facebook page
Stefano Mariotti website
Email

lunedì 6 ottobre 2014

Dark and liquid the new Stefano Mariotti's work

Dark and Liquid is the first impression we have from
'M' illumino d' immenso 2014',  last work of Stefano Mariotti.

The weaving is quite different from what we are used to, in line with ' Grecia'. The effect is quite kinetic with smooth forms and the weaving does not 'hide' the canvas material surfaces but blends with it in an explosive mixture.
The totally black color, particularly loved by the artist, mixed with different shades of gold creates tension and gives the observer a sense of slow liquid motion that is going to transform the opera in unexpected shapes the minute you take your eyes of it.

The result of the color and material effect together with the weaving is unique.

giovedì 24 luglio 2014

Ho letto vari articoli riguardanti la chiusura della "Strozzina" a Firenze e, sinceramente, ci ho capito poco... anzi meno: pochissimo. Resta indubbiamente la tristezza, o, forse, neanche quella. Due anni fa ( circa ) chiusero l'Ex 3... oggi tocca a Strozzina. Mancanza di soldi? il pubblico era in incremento, o almeno così ho letto. Politica? mai capito niente di politica. Allora?


La Nascita 2011 Stefano Mariotti

Non so come la cosa che sto per scrivere verrà accettata ma, se preferite, prendetela unicamente come un mio vaneggiamento sul sistema arte.
Non ho voluto scrivere "mondo dell'arte" a sommo studio, perchè il mondo dell'arte è bel mondo popolato per lo più da spiriti più o meno puri che sperano ancora nella famosa botta di culo che li imponga all'attenzione di investitori  o di mecenati disposti a credere nel loro lavoro.
Nella mia esperienza queste figure ricche di estetica e denaro sono una specie di leggenda metropolitana e, ad oggi, io credo all'esistenza di queste chimere come ai famosi coccodrilli nelle fogne delle città.
Forse esisteranno anche, io non li ho mai incontrati.
Quello che invece ho incontrato sono: bravi galleristi che erano troppo avanti e che quindi hanno chiuso, terrificanti galleristi/affittacamere non interessati al lavoro ma solo ai soldi, critici d'arte famosi e altrettanto maleducati e attaccati al denaro come patelle ad uno scoglio, critici d'arte gentili ma sconosciuti e , quindi, inutili anche se bravi, frotte di gente che viene ai vernissage solo per il buffet ( io eliminerei i buffet ai vernissage per vedere se la gente si interessa anche a quello che è esposto ) e poi ho incontrato anche il mostro più pericoloso per l'arte... la totale mancanza di cultura.
Però, tutto sommato, la voglia di dipingerte non l'ho persa e allora, ma chi se ne frega... forse, da oggi, dopo tutti gli articoli che ho letto sulla Strozzina, mi metterò anch'io a cercare il mio mecenate.

Quello che vorrei spiegare è che un artista contemporaneo ( io lo sono perchè in molti che ci capiscono me l'hanno detto e non perchè mi sono attaccato questa parola addosso come una medaglia da sventolare alle parate ) non può lavorare come nel passato.
Sono cambiati i tempi, le tecnologie, la società, tutto. 
Raffaello, tanto per citare un maestro intoccabile, sarebbe oggi un fuori tempo e, probabilmente, dipingerebbe in maniera diversa per un numero così incredibile di varianti che non sto neanche a citare e se, putacaso, decidesse di dipingere come nel Rinascimento lo farebbe per suo diletto o forse anche per provocazione e in quest'ultimo caso sarebbe osannato come l'artista contemporaneo che ha deciso di portare il concetto moderno dentro le tecniche del rinascimento.
Un genio al quadrato.
Oggi gli stimoli e anche le committenze, sono diverse e l'arte è diventata difficile ai più, anche perchè manca la cultura all'arte e al saper guardare e capire l'arte.
La Strozzina muore forse anche per questo: perchè l'arte è difficile da capire.
Francis Bacon e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea

Vi voglio raccontare una mia emozione: nel 2012 la Strozzina presentò una mostra evento dove Bacon veniva reinterpretato da vari altri artisti. L'opera di Arcangelo Sassolini era composta da un argano che metteva in tensione una fume legata ad una grossissima trave. Quando la macchina si azionava la fune agiva sul tronco e i rumori che si producevano davano l'idea che quel pezzo di legno potesse spezzarsi da un momento all'altro. Io mi trovavo nel mezzo di quell'opera ed ero invaso da sentimenti diversi: stupore, paura, sensibilità uditiva aumentata e, perchè no: angoscia. La stessa angoscia che provo quando mi metto davanti ad un dipinto di Bacon.
Ecco se Raffaello ( così mi potete insultare ) fosse stato un artista dei nostri giorni... forse... avrebbe inventato una macchina simile per farci provare angoscia.
Questa è la nostra contemporaneità... ma come possiamo trasmettere ai nostri figli un linguaggio che muta come muta la storia dell'uomo? 
Come possiamo farlo se anche la scuola non ci aiuta più e tutto sembra assorbito dal Dio Denaro che, come un Dio poco saggio, si nutre solo di altro denaro?
Addio Strozzina? 
Speriamo di no.

giovedì 10 luglio 2014

Sacco Spazzatura 1.0 Stefano Mariotti

Realizzato con scarti industriali , reso nuovamente vivo con 'operazione pittorica' come l'artista stesso definisce il suo ultimo lavoro!



Con una scritta sulla base del Sacco Spazzatura 1.0 , Mariotti  ci da tutte le informazioni 'tecniche ' che  riguardano questa creazione, descrivendo il suo ultimo disegno della serie di AntiPop semplicemente : operazione pittorica.








La combinazione della folla unidirezionale degli AntiPop con l'utilizzo dei matteriali di scarto ci obbliga, in un certo senso, a rifflettere sul valore che diamo alle nostre vite, agli oggetti , all' ambiente. 'E un Sacco Spazzatura dal quale non ci possiamo liberare , come quotidianamente succede con i nostri rifiuti. No! Questo Sacco Spazziatura sta qui per ricordarci che è imperativo rivedere il nostro comportamento quotidiano e fare scelte diverse ...


Reghina Papadatou

lunedì 30 giugno 2014

Perfezionismo delicato, quasi maniacale, dal carico emotivo, delle volte violento e dal risultato estetico profondamente elegante

Stefano Mariotti è un artista fiorentino di 45 anni. Ha studiato arte fin da bambino ed è cresciuto nelle mostre e nei musei, accompagnato dal padre, appassionato collezionista d'arte. Molto importante per la sua formazione artistica fu l'incontro con Primo Conti e la percezione che la realtà non è sempre come la si osserva, ma anche come si rappresenta.


La ricerca di Stefano esce dai confini del percepito per invadere quelli della pura astrazione, che lo porterà a provare diversi modi espressivi fino a stabilire un rapporto quasi amoroso con l'arte cinetica degli anni '70 e la ricerca materica dello stesso periodo. Focalizza la sua attenzione artistica nello studio dell' ombra tramite la materia. L'uso dei fili serve a questo proposito, creando un dialogo in costante tramutazione tra l'ombra e la luce e tra lo spettatore e l'opera, portandolo a realizzare dipinti - installazioni, o tessiture, come li ama definire.


Sempre aperto allo scambio artistico e alle collaborazioni innovative ( nel 2010 fonderà il Gruppo A con Franco Santini in arte Sanfrà ), prosegue con la sua ricerca di pittura interattiva, trattando temi di attualità di filosofia e spiritualità. I suoi lavori si distinguono dal perfezionismo delicato, quasi maniacale, dal carico emotivo, delle volte violento e dal risultato estetico profondamente elegante.

mercoledì 18 giugno 2014

Mariotti‭ ‬difatti nel suo intendere l‭’‬arte si trova conteso tra l'emotività e l‭’‬assoluta irrazionalità del gesto e un sentimento più controllato e perfezionista

L‭’‬essenza creativa di‭ ‬Stefano Mariotti

Esuberante nella voglia di produrre,‭ ‬curioso,‭ ‬disinvolto e sciolto nella libertà di
espressione,‭ ‬a tratti inquieto,‭ ‬appare lo spirito che anima l‭’‬inesauribile creatività
di Stefano Mariotti.‭ ‬Complesso da definire,‭ ‬difficile da spiegare a chi non ha visto
in prima persona una sua opera,‭ ‬esso affascina con la comunicativa avvolgente
del suo messaggio estetico.‭ 
‬Una pittura ancora in pieno divenire e sicuramentesuscettibile di ulteriori sviluppi,‭ ‬ma già assolutamente stimolante,‭ ‬che diventa puro tormento creativo,‭ ‬inappagato,‭ ‬se non liberato durante la messa in opera di ogni lavoro.‭
‬Mariotti‭ ‬difatti nel suo intendere l‭’‬arte si trova conteso tra l'emotività
e l‭’‬assoluta irrazionalità del gesto e un sentimento più controllato e perfezionista.
Da questa apparente antitesi,‭ ‬nonché principale motivo di fascino di questi
lavori,‭ ‬nasce la prima opera ufficiale,‭ ‬non a caso intitolata,‭ ‬Grande ordine e caos.


Un grande monocromo nero su tavola in cui campeggia una geometrica griglia di
filati:‭ ‬le originali tessiture di Mariotti,‭ ‬senza dubbio il maggiore elemento di riconoscibilità di questo percorso,‭ ‬che‭ ‬fin dagli esordi risultano la base di questa
ricerca capace di dare forma a una essenza creativa in continuo rinnovamento.
Le tessiture infatti hanno subito interessanti evoluzioni e se inizialmente si fermavano alla funzione espressiva e cromatica,‭ ‬visto‭ ‬che esse stesse,‭ ‬colorate,‭ ‬rappresentavano la componente tonale,‭ ‬nel tempo iniziano a staccarsi sempre di più
dalla superficie del quadro definendo in opere come‭ ‬Lichaena Phleas

‭‬un nuovo e puro spazio estetico in cui regolari ragnatele tagliano l‭’‬aria della regione extrapittorica per creare eterni giochi di luce e di ombra,‭ ‬di pieni e di vuoti.
Con queste prime esperienze siamo già dinnanzi a un linguaggio totalizzante, capace di coinvolgere e di sollecitare ogni senso umano.‭ ‬Tuttavia nell‭’‬ormai conquistata tridimensionalità Stefano Mariotti compie un'ulteriore evoluzione e
pervaso da un impellente bisogno di gestualità invade le superfici,‭ ‬frastagliandole, con una materia che si fa vertiginosa colatura.‭ ‬
Siamo agli inizi del‭ ‬2010, quando si apre la stagione‭ ‬dei monocromi.‭ 
‬Fase in cui opere come‭ ‬Nel ventre di
mia madre‭ ‬e‭ ‬La nascita‭ ‬diventano l‭’‬emblema pittorico di un‭’‬analisi che sempre
più si affina verso un approfondimento formale in cui la luce è parte integrante del quadro...(continua) Critica di Barbara Angiolini

Stefano Mariotti - Soluzioni inedite per rappresentare la terza dimensione

Variazioni di blu

Il filo per me ( ed infatti è staccato dalla tela ) ha un duplice scopo: quello di creare ombre sulla superficie sottostante, oppure, come in questo caso, dei veri e propri trompe l'oeil psicologici, formando due piani distinti che, o lavorano in simbiosi, oppure creano una duplice lettura e valutazione dell'opera.

"Se io fossi un pittore convenzionale mi limiterei a dipingere la tela e basta e onestamente mi riesce con una certa facilità, ma perchè cancello parte dei miei dipinti con i fili? Unicamente per il mio animo concettuale che rifiuta una pittura convenzionale e vuole ricercare delle soluzioni inedite per rappresentare la terza dimensione. La tessitura infatti scurisce e modifica la tela dipinta. La vera variazione non è quindi nella gestualità di come spargo il colore sulla tela, che è quasi sempre in monocromo o bicromo, ma in quel preciso artificio che non mi fa più essere un pittore, ma un qualcosa di profondamente diverso. Usando due sole gradazioni di colore, con un filo più scuro e uno più chiaro, creo uno stacco netto che è la vera e propria variazione tonale. La tela nascosta diventa percezione, mentre quella nuda, cioè senza fili, un piccolo assaggio dei quello che ho volutamente e quasi celato alla vista".

martedì 17 giugno 2014

Stefano Mariotti " Zona di confine"




' Questo lavoro ha una storia.
La mia prima mostra la feci con un ottimo fotografo: Paolo Lamuraglia.
Alla fine delle classiche due settimane d'esposizione Paolo mi chiese se volevo scambiare un lavoro con lui, ma siccome quello che gli piaceva l'avevo venduto, ne dipinsi uno simile.
Il quadro è ancora con me che aspetta Paolo.
Peccato l'avrei scambiato con gran piacere, ma ancora non escludo di farlo.
Comunque questo lavoro è una vera e propria "zona di confine" perchè è da questa tela che cominciai a staccare i fili dalla superficie pittorica.' Stefano Mariotti

mercoledì 4 giugno 2014

Stefano Mariotti : ‬I riferimenti esistono certamente,‭ ‬ma per me l‭’‬arte è un continuum temporale che dai petroglifi arriva ai nostri giorni


Conversazione fra la Sig. Cristina Madini della Galleria Rosso Cinambro di Roma  e l'artista contemporaneo, Stefano Mariotti.

In quale circostanza è nato il desiderio di fare arte‭?
Difficile dirlo con esattezza.‭ ‬Mio padre,‭ ‬Raffaello Mariotti,‭ ‬era un professore di storia dell‭’‬arte.‭ ‬Ricordo‭ ‬che sin da bambino mi portava per musei e mi spiegava tutto quello che vedevo.‭ ‬Il mio amore per l‭’‬arte è nato con lui e nelle mostre che ho visto.‭ ‬Firenze ha fatto il resto.‭


Quali temi o stati d‭’‬animo affronti nelle tue opere‭?


Nella vostra galleria ho presentato quasi esclusivamente dei lavori che io definisco‭ “‬concettuali per tecnica‭”‬.‭ ‬Mi spiego meglio:‭ ‬i fili che inondano i miei quadri hanno lo scopo di velare la superficie della tela per nasconderne una porzione e svelare solo quello che io voglio.‭ ‬Il‭ ‬gioco psicologico che intendo portare all‭’‬attenzione è basato quindi su questo duplice aspetto di vedo e non vedo,‭ ‬come se tenessi volutamente socchiusa una porta che nasconde un qualcosa.‭ ‬In certe mostre dove io,‭ ‬volutamente,‭ ‬mi sono nascosto per vedere le reazioni della gente,‭ ‬ho visto delle persone che,‭ ‬addirittura,‭ ‬muovevano la massa dei fili,‭ ‬che io chiamo‭ “‬tessitura‭”‬,‭ ‬per leggere meglio la tela.‭ ‬Il monocromo o il bicromo,‭ ‬poi,‭ ‬aiutano in questa specie di ricerca psicologica.‭ ‬Quello che io intendo indagare è la mia idea di terza dimensione.‭ ‬Il Maestro Fontana tagliava o bucava le tele,‭ ‬io ne creo una sopra.‭ ‬La luce batte sui fili,‭ ‬si creano le ombre,‭ ‬la porzione più materica della tela è visibile,‭ ‬l‭’‬altra è quasi del tutto celata.‭ ‬Deve nascere la curiosità di vedere che c’è sotto,‭ ‬entrare da quella porta che io ho volutamente socchiuso.‭ ‬In altri lavori che presenterò in futuro‭ ‬anche da voi,‭ ‬il filo ha il solo scopo di creare l‭’‬ombra.‭ ‬Le tele in questione,‭ ‬chiamate‭ “‬Studi cinetici‭”‬,‭ ‬sono per lo più monocromi,‭ ‬dove l‭’‬azione dell‭’‬ombra sulla materia è determinante e‭ “‬Scene del crimine‭”‬ che rappresentano alberi morti,‭ ‬persone uccise come‭ ‬,‭ ‬per l‭’‬appunto,‭ ‬in un‭’‬ideale scena del crimine poliziesca o che cadono verso un punto all‭’‬infinito‭ ‬( Le cadute di Icaro‭ ) ‬ma che,‭ ‬malgrado tutto,‭ ‬non sono tele cupe.‭ ‬Mi dilungo un attimo su quest‭’‬ultimo tema.‭ ‬Le‭ “‬Scene del‭  ‬crimine‭”‬ rappresentano temi forti,‭ ‬per cercare di smuovere le coscienze di chi guarda,‭ ‬ma,‭ ‬come spesso dico:‭ ‬“il giorno è ricco di sole e la notte è sempre buia‭”‬,‭ ‬quindi se le tele sono solari sono piene di luce‭ ( ‬e di ombre generate dai fili‭ ) ‬se sono notturne vincono i pigmenti più scuri e niente più.‭ ‬Comunque ne parlerò con più attenzione quando le presenterò alla galleria.

Quale tecnica e materiali prediligi‭?

La mia è una tecnica mista dove unisco i pigmenti alla sabbia più o meno vagliata,‭ ‬chiodi che servono da fulcri e,‭ ‬talvolta,‭ ‬anche più di un km di filo di cotone.

Nelle opere presenti in galleria le‭ ‬ombre fanno da filo conduttore.‭ ‬Rappresentano una realtà descrivibile,‭ ‬raccontabile e figurativamente tangibile,‭ ‬vuoi parlarcene‭?

I fili sono‭ ‬il pretesto per creare una specie di nuova‭ “‬tessitura‭”‬ sopra la tela di origine.‭ ‬La tela è trattata con i pigmenti uniti alla sabbia,‭ ‬i fili servono per celare parte della stessa tela,‭ ‬ma offrono anche dei piccolissimi spiragli,‭ ‬per vedere che c’è sotto e,‭ ‬inondati da luci giuste,‭ ‬creano delle ombre assolutamente nette.‭ ‬Quasi una seconda rete geometrica che scurisce‭ ‬il pigmento sottostante.‭ ‬In più,‭ ‬quando varia la luce,‭ ‬le ombre mutano,‭ ‬oppure in certe ore del giorno addirittura spariscono.‭ ‬I miei lavori‭ ‬sono perciò destinati a mutare e il quadro che vedi la mattina presto,‭ ‬non è mai quello che è a mezzogiorno,‭ ‬o la sera sotto una luce artificiale.‭ ‬Questa mutevolezza è parte della mia ricerca estetica.‭ ‬Non credo che la mia rappresentazione artistica si possa definire‭ “‬cinetica‭”‬ al cento per cento,‭ ‬ma per un certo qual modo lo è.‭ ‬Il fatto poi che le mie opere siano quasi esclusivamente monocromi o bicromi,‭ ‬gioca sulla psicologia dei colori.‭ ‬Insomma cerco di solleticare,‭ ‬in chi guarda,‭ ‬più di un tasto psicologico.


Sei stato affascinato da un artista o da un movimento in particolare‭?


Sì e no.‭ ‬I riferimenti esistono certamente,‭ ‬ma per me l‭’‬arte è un continuum temporale che dai petroglifi arriva ai nostri giorni.‭ ‬Talvolta un artista è castrato nella sua opera dal Maestro di riferimento.‭ ‬Non vorrei succedesse a me.‭ ‬Se mi definite cinetico potreste avvicinarmi ai maestri del Cinetismo e non capire tutto quello che intendo fare.‭ ‬Se parlate solo di cromie o di monocromie‭ ‬mi avvicinate ad altri ancora‭; ‬io credo fortemente che un artista concettuale di oggi sia l‭’‬eccezionale risultato di tanti concetti messi insieme‭…‬ io perseguo un mio ragionamento,‭ ‬uno studio ben preciso,‭ ‬anche volendo un personalissimo senso estetico.‭ ‬Mi sento figlio di tutti i grandi del passato‭ ‬e anche di miei coetanei,‭ ‬ancora non scoperti dalla critica,‭ ‬che ho avuto l‭’‬onore e il piacere di frequentare.

Cosa pensi dell‭’‬arte oggi‭?

Che c’è troppa confusione.‭ ‬Mi mancano gli anni delle grandi ricerche estetiche e concettuali.‭ ‬Vorrei essere un pittore‭ ‬del dopoguerra per annusare l‭’‬aria intellettuale che tirava.‭ ‬Avrei voluto parlare con Klein,‭ ‬Manzoni,‭ ‬Fontana,‭ ‬Burri,‭ ‬Vedova‭…‬ mi limito a studiarli.

Parlaci dei tuoi sogni e progetti futuri

Il mio sogno sarebbe di esser conosciuto e di poter entrare a tutti gli effetti nel mercato dell‭’‬arte‭ ( ‬credo infatti di esser già in questo mondo perché‭ ‬faccio mostre e lavoro con voi‭…‬ ahahahahaha‭…‬ ) ma per il futuro non saprei‭…‬ oddio‭…‬ mi piacerebbe realizzare un grande progetto con le mie‭ “‬Scene del crimine‭”‬ tutte riunite insieme,‭ ‬ma ne potremmo riparlare in futuro,‭ ‬dopo che le avrete viste di persona.‭ ‬Insomma,‭ ‬non voglio fare il misterioso,‭ ‬ma potrebbe essere un progetto molto interessante.‭


Per chi volesse seguirti o vedere i tuoi lavori dove può cercarti‭?

Ho un sito internet che è‭ ‬www.stefanomariottipittore.com ma allo stato attuale lo devo rimettere un po‭’‬ a posto.‭ ‬Mi piace facebook,‭ ‬dove ho incontrato molti validi artisti e ho una pagina dove posto‭ ( ‬si dice così‭ )‬ i‭ ‬miei lavori e le mie riflessioni‭ ‬ https://www.facebook.com/stefanomariottipittore e nel mio studio a casa mia a Firenze,‭ ‬ma solo su appuntamento e potete anche contattarmi a questa mail‭ ‬smariottiart@gmail.com e nel‭ ‬caso vi posso anche dare il‭ ‬mio‭ ‬recapito telefonico‭ ‬o‭ ‬della mia compagna Reghina Papadatou che mi rappresenta e cura la mia immagine.