lunedì 30 giugno 2014

Perfezionismo delicato, quasi maniacale, dal carico emotivo, delle volte violento e dal risultato estetico profondamente elegante

Stefano Mariotti è un artista fiorentino di 45 anni. Ha studiato arte fin da bambino ed è cresciuto nelle mostre e nei musei, accompagnato dal padre, appassionato collezionista d'arte. Molto importante per la sua formazione artistica fu l'incontro con Primo Conti e la percezione che la realtà non è sempre come la si osserva, ma anche come si rappresenta.


La ricerca di Stefano esce dai confini del percepito per invadere quelli della pura astrazione, che lo porterà a provare diversi modi espressivi fino a stabilire un rapporto quasi amoroso con l'arte cinetica degli anni '70 e la ricerca materica dello stesso periodo. Focalizza la sua attenzione artistica nello studio dell' ombra tramite la materia. L'uso dei fili serve a questo proposito, creando un dialogo in costante tramutazione tra l'ombra e la luce e tra lo spettatore e l'opera, portandolo a realizzare dipinti - installazioni, o tessiture, come li ama definire.


Sempre aperto allo scambio artistico e alle collaborazioni innovative ( nel 2010 fonderà il Gruppo A con Franco Santini in arte Sanfrà ), prosegue con la sua ricerca di pittura interattiva, trattando temi di attualità di filosofia e spiritualità. I suoi lavori si distinguono dal perfezionismo delicato, quasi maniacale, dal carico emotivo, delle volte violento e dal risultato estetico profondamente elegante.

mercoledì 18 giugno 2014

Mariotti‭ ‬difatti nel suo intendere l‭’‬arte si trova conteso tra l'emotività e l‭’‬assoluta irrazionalità del gesto e un sentimento più controllato e perfezionista

L‭’‬essenza creativa di‭ ‬Stefano Mariotti

Esuberante nella voglia di produrre,‭ ‬curioso,‭ ‬disinvolto e sciolto nella libertà di
espressione,‭ ‬a tratti inquieto,‭ ‬appare lo spirito che anima l‭’‬inesauribile creatività
di Stefano Mariotti.‭ ‬Complesso da definire,‭ ‬difficile da spiegare a chi non ha visto
in prima persona una sua opera,‭ ‬esso affascina con la comunicativa avvolgente
del suo messaggio estetico.‭ 
‬Una pittura ancora in pieno divenire e sicuramentesuscettibile di ulteriori sviluppi,‭ ‬ma già assolutamente stimolante,‭ ‬che diventa puro tormento creativo,‭ ‬inappagato,‭ ‬se non liberato durante la messa in opera di ogni lavoro.‭
‬Mariotti‭ ‬difatti nel suo intendere l‭’‬arte si trova conteso tra l'emotività
e l‭’‬assoluta irrazionalità del gesto e un sentimento più controllato e perfezionista.
Da questa apparente antitesi,‭ ‬nonché principale motivo di fascino di questi
lavori,‭ ‬nasce la prima opera ufficiale,‭ ‬non a caso intitolata,‭ ‬Grande ordine e caos.


Un grande monocromo nero su tavola in cui campeggia una geometrica griglia di
filati:‭ ‬le originali tessiture di Mariotti,‭ ‬senza dubbio il maggiore elemento di riconoscibilità di questo percorso,‭ ‬che‭ ‬fin dagli esordi risultano la base di questa
ricerca capace di dare forma a una essenza creativa in continuo rinnovamento.
Le tessiture infatti hanno subito interessanti evoluzioni e se inizialmente si fermavano alla funzione espressiva e cromatica,‭ ‬visto‭ ‬che esse stesse,‭ ‬colorate,‭ ‬rappresentavano la componente tonale,‭ ‬nel tempo iniziano a staccarsi sempre di più
dalla superficie del quadro definendo in opere come‭ ‬Lichaena Phleas

‭‬un nuovo e puro spazio estetico in cui regolari ragnatele tagliano l‭’‬aria della regione extrapittorica per creare eterni giochi di luce e di ombra,‭ ‬di pieni e di vuoti.
Con queste prime esperienze siamo già dinnanzi a un linguaggio totalizzante, capace di coinvolgere e di sollecitare ogni senso umano.‭ ‬Tuttavia nell‭’‬ormai conquistata tridimensionalità Stefano Mariotti compie un'ulteriore evoluzione e
pervaso da un impellente bisogno di gestualità invade le superfici,‭ ‬frastagliandole, con una materia che si fa vertiginosa colatura.‭ ‬
Siamo agli inizi del‭ ‬2010, quando si apre la stagione‭ ‬dei monocromi.‭ 
‬Fase in cui opere come‭ ‬Nel ventre di
mia madre‭ ‬e‭ ‬La nascita‭ ‬diventano l‭’‬emblema pittorico di un‭’‬analisi che sempre
più si affina verso un approfondimento formale in cui la luce è parte integrante del quadro...(continua) Critica di Barbara Angiolini

Stefano Mariotti - Soluzioni inedite per rappresentare la terza dimensione

Variazioni di blu

Il filo per me ( ed infatti è staccato dalla tela ) ha un duplice scopo: quello di creare ombre sulla superficie sottostante, oppure, come in questo caso, dei veri e propri trompe l'oeil psicologici, formando due piani distinti che, o lavorano in simbiosi, oppure creano una duplice lettura e valutazione dell'opera.

"Se io fossi un pittore convenzionale mi limiterei a dipingere la tela e basta e onestamente mi riesce con una certa facilità, ma perchè cancello parte dei miei dipinti con i fili? Unicamente per il mio animo concettuale che rifiuta una pittura convenzionale e vuole ricercare delle soluzioni inedite per rappresentare la terza dimensione. La tessitura infatti scurisce e modifica la tela dipinta. La vera variazione non è quindi nella gestualità di come spargo il colore sulla tela, che è quasi sempre in monocromo o bicromo, ma in quel preciso artificio che non mi fa più essere un pittore, ma un qualcosa di profondamente diverso. Usando due sole gradazioni di colore, con un filo più scuro e uno più chiaro, creo uno stacco netto che è la vera e propria variazione tonale. La tela nascosta diventa percezione, mentre quella nuda, cioè senza fili, un piccolo assaggio dei quello che ho volutamente e quasi celato alla vista".

martedì 17 giugno 2014

Stefano Mariotti " Zona di confine"




' Questo lavoro ha una storia.
La mia prima mostra la feci con un ottimo fotografo: Paolo Lamuraglia.
Alla fine delle classiche due settimane d'esposizione Paolo mi chiese se volevo scambiare un lavoro con lui, ma siccome quello che gli piaceva l'avevo venduto, ne dipinsi uno simile.
Il quadro è ancora con me che aspetta Paolo.
Peccato l'avrei scambiato con gran piacere, ma ancora non escludo di farlo.
Comunque questo lavoro è una vera e propria "zona di confine" perchè è da questa tela che cominciai a staccare i fili dalla superficie pittorica.' Stefano Mariotti

mercoledì 4 giugno 2014

Stefano Mariotti : ‬I riferimenti esistono certamente,‭ ‬ma per me l‭’‬arte è un continuum temporale che dai petroglifi arriva ai nostri giorni


Conversazione fra la Sig. Cristina Madini della Galleria Rosso Cinambro di Roma  e l'artista contemporaneo, Stefano Mariotti.

In quale circostanza è nato il desiderio di fare arte‭?
Difficile dirlo con esattezza.‭ ‬Mio padre,‭ ‬Raffaello Mariotti,‭ ‬era un professore di storia dell‭’‬arte.‭ ‬Ricordo‭ ‬che sin da bambino mi portava per musei e mi spiegava tutto quello che vedevo.‭ ‬Il mio amore per l‭’‬arte è nato con lui e nelle mostre che ho visto.‭ ‬Firenze ha fatto il resto.‭


Quali temi o stati d‭’‬animo affronti nelle tue opere‭?


Nella vostra galleria ho presentato quasi esclusivamente dei lavori che io definisco‭ “‬concettuali per tecnica‭”‬.‭ ‬Mi spiego meglio:‭ ‬i fili che inondano i miei quadri hanno lo scopo di velare la superficie della tela per nasconderne una porzione e svelare solo quello che io voglio.‭ ‬Il‭ ‬gioco psicologico che intendo portare all‭’‬attenzione è basato quindi su questo duplice aspetto di vedo e non vedo,‭ ‬come se tenessi volutamente socchiusa una porta che nasconde un qualcosa.‭ ‬In certe mostre dove io,‭ ‬volutamente,‭ ‬mi sono nascosto per vedere le reazioni della gente,‭ ‬ho visto delle persone che,‭ ‬addirittura,‭ ‬muovevano la massa dei fili,‭ ‬che io chiamo‭ “‬tessitura‭”‬,‭ ‬per leggere meglio la tela.‭ ‬Il monocromo o il bicromo,‭ ‬poi,‭ ‬aiutano in questa specie di ricerca psicologica.‭ ‬Quello che io intendo indagare è la mia idea di terza dimensione.‭ ‬Il Maestro Fontana tagliava o bucava le tele,‭ ‬io ne creo una sopra.‭ ‬La luce batte sui fili,‭ ‬si creano le ombre,‭ ‬la porzione più materica della tela è visibile,‭ ‬l‭’‬altra è quasi del tutto celata.‭ ‬Deve nascere la curiosità di vedere che c’è sotto,‭ ‬entrare da quella porta che io ho volutamente socchiuso.‭ ‬In altri lavori che presenterò in futuro‭ ‬anche da voi,‭ ‬il filo ha il solo scopo di creare l‭’‬ombra.‭ ‬Le tele in questione,‭ ‬chiamate‭ “‬Studi cinetici‭”‬,‭ ‬sono per lo più monocromi,‭ ‬dove l‭’‬azione dell‭’‬ombra sulla materia è determinante e‭ “‬Scene del crimine‭”‬ che rappresentano alberi morti,‭ ‬persone uccise come‭ ‬,‭ ‬per l‭’‬appunto,‭ ‬in un‭’‬ideale scena del crimine poliziesca o che cadono verso un punto all‭’‬infinito‭ ‬( Le cadute di Icaro‭ ) ‬ma che,‭ ‬malgrado tutto,‭ ‬non sono tele cupe.‭ ‬Mi dilungo un attimo su quest‭’‬ultimo tema.‭ ‬Le‭ “‬Scene del‭  ‬crimine‭”‬ rappresentano temi forti,‭ ‬per cercare di smuovere le coscienze di chi guarda,‭ ‬ma,‭ ‬come spesso dico:‭ ‬“il giorno è ricco di sole e la notte è sempre buia‭”‬,‭ ‬quindi se le tele sono solari sono piene di luce‭ ( ‬e di ombre generate dai fili‭ ) ‬se sono notturne vincono i pigmenti più scuri e niente più.‭ ‬Comunque ne parlerò con più attenzione quando le presenterò alla galleria.

Quale tecnica e materiali prediligi‭?

La mia è una tecnica mista dove unisco i pigmenti alla sabbia più o meno vagliata,‭ ‬chiodi che servono da fulcri e,‭ ‬talvolta,‭ ‬anche più di un km di filo di cotone.

Nelle opere presenti in galleria le‭ ‬ombre fanno da filo conduttore.‭ ‬Rappresentano una realtà descrivibile,‭ ‬raccontabile e figurativamente tangibile,‭ ‬vuoi parlarcene‭?

I fili sono‭ ‬il pretesto per creare una specie di nuova‭ “‬tessitura‭”‬ sopra la tela di origine.‭ ‬La tela è trattata con i pigmenti uniti alla sabbia,‭ ‬i fili servono per celare parte della stessa tela,‭ ‬ma offrono anche dei piccolissimi spiragli,‭ ‬per vedere che c’è sotto e,‭ ‬inondati da luci giuste,‭ ‬creano delle ombre assolutamente nette.‭ ‬Quasi una seconda rete geometrica che scurisce‭ ‬il pigmento sottostante.‭ ‬In più,‭ ‬quando varia la luce,‭ ‬le ombre mutano,‭ ‬oppure in certe ore del giorno addirittura spariscono.‭ ‬I miei lavori‭ ‬sono perciò destinati a mutare e il quadro che vedi la mattina presto,‭ ‬non è mai quello che è a mezzogiorno,‭ ‬o la sera sotto una luce artificiale.‭ ‬Questa mutevolezza è parte della mia ricerca estetica.‭ ‬Non credo che la mia rappresentazione artistica si possa definire‭ “‬cinetica‭”‬ al cento per cento,‭ ‬ma per un certo qual modo lo è.‭ ‬Il fatto poi che le mie opere siano quasi esclusivamente monocromi o bicromi,‭ ‬gioca sulla psicologia dei colori.‭ ‬Insomma cerco di solleticare,‭ ‬in chi guarda,‭ ‬più di un tasto psicologico.


Sei stato affascinato da un artista o da un movimento in particolare‭?


Sì e no.‭ ‬I riferimenti esistono certamente,‭ ‬ma per me l‭’‬arte è un continuum temporale che dai petroglifi arriva ai nostri giorni.‭ ‬Talvolta un artista è castrato nella sua opera dal Maestro di riferimento.‭ ‬Non vorrei succedesse a me.‭ ‬Se mi definite cinetico potreste avvicinarmi ai maestri del Cinetismo e non capire tutto quello che intendo fare.‭ ‬Se parlate solo di cromie o di monocromie‭ ‬mi avvicinate ad altri ancora‭; ‬io credo fortemente che un artista concettuale di oggi sia l‭’‬eccezionale risultato di tanti concetti messi insieme‭…‬ io perseguo un mio ragionamento,‭ ‬uno studio ben preciso,‭ ‬anche volendo un personalissimo senso estetico.‭ ‬Mi sento figlio di tutti i grandi del passato‭ ‬e anche di miei coetanei,‭ ‬ancora non scoperti dalla critica,‭ ‬che ho avuto l‭’‬onore e il piacere di frequentare.

Cosa pensi dell‭’‬arte oggi‭?

Che c’è troppa confusione.‭ ‬Mi mancano gli anni delle grandi ricerche estetiche e concettuali.‭ ‬Vorrei essere un pittore‭ ‬del dopoguerra per annusare l‭’‬aria intellettuale che tirava.‭ ‬Avrei voluto parlare con Klein,‭ ‬Manzoni,‭ ‬Fontana,‭ ‬Burri,‭ ‬Vedova‭…‬ mi limito a studiarli.

Parlaci dei tuoi sogni e progetti futuri

Il mio sogno sarebbe di esser conosciuto e di poter entrare a tutti gli effetti nel mercato dell‭’‬arte‭ ( ‬credo infatti di esser già in questo mondo perché‭ ‬faccio mostre e lavoro con voi‭…‬ ahahahahaha‭…‬ ) ma per il futuro non saprei‭…‬ oddio‭…‬ mi piacerebbe realizzare un grande progetto con le mie‭ “‬Scene del crimine‭”‬ tutte riunite insieme,‭ ‬ma ne potremmo riparlare in futuro,‭ ‬dopo che le avrete viste di persona.‭ ‬Insomma,‭ ‬non voglio fare il misterioso,‭ ‬ma potrebbe essere un progetto molto interessante.‭


Per chi volesse seguirti o vedere i tuoi lavori dove può cercarti‭?

Ho un sito internet che è‭ ‬www.stefanomariottipittore.com ma allo stato attuale lo devo rimettere un po‭’‬ a posto.‭ ‬Mi piace facebook,‭ ‬dove ho incontrato molti validi artisti e ho una pagina dove posto‭ ( ‬si dice così‭ )‬ i‭ ‬miei lavori e le mie riflessioni‭ ‬ https://www.facebook.com/stefanomariottipittore e nel mio studio a casa mia a Firenze,‭ ‬ma solo su appuntamento e potete anche contattarmi a questa mail‭ ‬smariottiart@gmail.com e nel‭ ‬caso vi posso anche dare il‭ ‬mio‭ ‬recapito telefonico‭ ‬o‭ ‬della mia compagna Reghina Papadatou che mi rappresenta e cura la mia immagine.