... è stato un onore donare un mio lavoro all'associazione IHP perchè amo profondamente sia la Natura ( che considero l'unico vero tempio che debba essere onorato con tutte le sue forze ) che gli animali.
Sono stato poi avvisato che il 15 novembre, al Porcellino Art Gallery, faranno un'altra mostra con i lavori invenduti dalla precedente asta di beneficenza. Ecco, sarò sincero, quello che spero è che il mio quadro non ci sia più e che se lo goda un qualche collezionista in casa sua ma, ad esser sinceri, amerei rivederlo ancora una volta... per ora mi accontento di questo video che è molto bello e che mi ha reso un gran bel servizio... grazie di cuore
http://www.trypode.net/horse-utopia/
sabato 29 novembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
mercoledì 12 novembre 2014
Stefano Mariotti, attraverso le sue tessiture colorate, si insinua con energia cercando di toccare nel profondo la sensibilità del pubblico. E’ intrigante e curioso il suo intreccio di fili che con maestria arriva a dissolversi lungo estese linee di cotone e lana, che magicamente attraverso l’intreccio di colori vibrano sulla tela, riflettendo la loro immagine come in uno specchio, lo specchio dell’io, proprio di ogni osservatore concentrato a proiettarsi nell’opera di Mariotti.
Il tempio dell’arte contemporanea
Ricerca, sperimentazione e tecnica nella produzione del contemporaneo
Più volte ci chiediamo cosa l’arte contemporanea voglia trasmettere, cosa gli artisti con le loro opere desiderano comunicare al mondo; e’ facile soffermarsi davanti ad un’opera d’arte, provare ammirazione o rimanere totalmente indifferenti o addirittura stupefatti; talvolta risulta difficile capirne il messaggio profondo che spesso si cela dietro la tecnica, alle volte semplice, povera, alle volte ricchissima, curata, colorata.
Il tempio nel quale confluiscono tutte le
arti, nella mostra del Salone del Restauro l’arte contemporanea, come
gesto e stile, racchiude in sé un percorso vivente di lavori realizzati
nel corso della storia; tutto prende forma e corpo, modellandosi e
apparendo secondo la sua natura o secondo l’impatto emozionale che muove
dentro colui che si sofferma ad osservare.
Il tempio dell’arte dove si concentrano i ricordi, i gesti, gli esperimenti che hanno segnato e sottolineano il tempo, lasciando integri slogan o messaggi propri della nostra civiltà passata e presente, proiettata nel futuro, fotocopia e riproduzione di un qualcosa che già è stato, che già è memoria. Nel tempio si conservano la laicità e la sacralità della civiltà umana e non solo.
I cavalieri di Paolo Staccioli sono un emblema della nostra archeologia, custodia di segni e simboli: personaggi che da lontano, come in un film fiabesco, varcano i mari ed il tempo, invadendo con imperiosa prepotenza la società contemporanea costretta a lasciare spazio a cavalieri statuari che nelle loro ‘vesti di bronzo’ si muovono silenziosamente, lasciando stupefatto l’osservatore.
Anche Fiorella Noci rende memoria all’arcano attraverso l’essere vegetale: la vita non è solo umana. Piante, arbusti, frutti riesumati si uniscono in una grande danza che dolcemente dà rigore, raffinatezza e luce agli imponenti totem; totem del passato, attualizzati, che si profilano nello spazio come grandi steli, simbolo autentico della morte della natura e di tutti quegli oggetti che l’uomo nel tempo ha usato e messo da parte; oggetti apparentemente inutili, ormai senza vita e corpo, la cui anima lascia un segno visibile e rinnovato nell’opera di Fiorella.
‘Ogni cosa è transitoria anche se rimane memoria’, e Ignazio Fresu lo ricorda in maniera impeccabile nelle sue monumentali installazioni, dove la bellezza dell’effimero cerca di ingannare il tempo. Il passato viene ricostruito e restaurato, torna a nuova vita con il suo aspetto di vissuto, usato, svestendosi dei colori della cenere e del buio e ricoprendosi di luce bianca e smalto laccato, quasi a voler identificarsi con un nuovo ruolo ed una nuova anima più contemporanea; l’osservatore è stimolato ad immaginarsi la scena del ‘passato perfetto’ , imbattendosi nel presente segnato dal tempo, ricostruito e coperto di un ‘nuovo vestito’.
Stefano Mariotti, attraverso le sue tessiture colorate, si insinua con energia cercando di toccare nel profondo la sensibilità del pubblico. E’ intrigante e curioso il suo intreccio di fili che con maestria arriva a dissolversi lungo estese linee di cotone e lana, che magicamente attraverso l’intreccio di colori vibrano sulla tela, riflettendo la loro immagine come in uno specchio, lo specchio dell’io, proprio di ogni osservatore concentrato a proiettarsi nell’opera di Mariotti.
Nella semplicità e nella consapevolezza della perdita della bellezza del passato, che grazie al restauro torna viva, si concentra il lavoro di Luca Federici e Giovanna Sparapani, nelle cui opere l’imprevedibile fenomeno del terremoto, con una istantanea azione, abbatte il tempo e la riflessione, portandosi via la nostra storia. Apparentemente cosa rimane? Il ricordo, l’immagine talvolta compassata che chiede aiuto, poi arricchita, messa a nudo e valorizzata dall’artista fotografo. I colori rispecchiano il dramma: il nero, il grigio, l’argento vengono avvolti da una luce bianca, oro, e dai colori: le immagini di Federici e Sparapani prendono corpo attraverso l’utilizzo di carta pregiata e di squarci coloristici che rimangono inerti nella fotografia, ma hanno la capacità di travolgere e far immergere nei pensieri più sconfinati.
Certi che l’arcano del passato è presente e si cela dietro ogni opera d’arte, lasciando vicino a sé la fuliggine della storia che può ricomporsi solo grazie al lavoro dell’artista, maestro del rinnovamento e della bellezza che spesso risorge, possiamo decidere di immergerci nel vortice delle emozioni: sensazioni fluttuanti che destano curiosità.
Francesca Roberti
Ricerca, sperimentazione e tecnica nella produzione del contemporaneo
Più volte ci chiediamo cosa l’arte contemporanea voglia trasmettere, cosa gli artisti con le loro opere desiderano comunicare al mondo; e’ facile soffermarsi davanti ad un’opera d’arte, provare ammirazione o rimanere totalmente indifferenti o addirittura stupefatti; talvolta risulta difficile capirne il messaggio profondo che spesso si cela dietro la tecnica, alle volte semplice, povera, alle volte ricchissima, curata, colorata.
Installazione pittorica ' Il tempio dell' Arte ' di Stefano Mariotti (part.) |
Il tempio dell’arte dove si concentrano i ricordi, i gesti, gli esperimenti che hanno segnato e sottolineano il tempo, lasciando integri slogan o messaggi propri della nostra civiltà passata e presente, proiettata nel futuro, fotocopia e riproduzione di un qualcosa che già è stato, che già è memoria. Nel tempio si conservano la laicità e la sacralità della civiltà umana e non solo.
I cavalieri di Paolo Staccioli sono un emblema della nostra archeologia, custodia di segni e simboli: personaggi che da lontano, come in un film fiabesco, varcano i mari ed il tempo, invadendo con imperiosa prepotenza la società contemporanea costretta a lasciare spazio a cavalieri statuari che nelle loro ‘vesti di bronzo’ si muovono silenziosamente, lasciando stupefatto l’osservatore.
IV Salone dell' arte e del restauro |
Anche Fiorella Noci rende memoria all’arcano attraverso l’essere vegetale: la vita non è solo umana. Piante, arbusti, frutti riesumati si uniscono in una grande danza che dolcemente dà rigore, raffinatezza e luce agli imponenti totem; totem del passato, attualizzati, che si profilano nello spazio come grandi steli, simbolo autentico della morte della natura e di tutti quegli oggetti che l’uomo nel tempo ha usato e messo da parte; oggetti apparentemente inutili, ormai senza vita e corpo, la cui anima lascia un segno visibile e rinnovato nell’opera di Fiorella.
‘Ogni cosa è transitoria anche se rimane memoria’, e Ignazio Fresu lo ricorda in maniera impeccabile nelle sue monumentali installazioni, dove la bellezza dell’effimero cerca di ingannare il tempo. Il passato viene ricostruito e restaurato, torna a nuova vita con il suo aspetto di vissuto, usato, svestendosi dei colori della cenere e del buio e ricoprendosi di luce bianca e smalto laccato, quasi a voler identificarsi con un nuovo ruolo ed una nuova anima più contemporanea; l’osservatore è stimolato ad immaginarsi la scena del ‘passato perfetto’ , imbattendosi nel presente segnato dal tempo, ricostruito e coperto di un ‘nuovo vestito’.
Stefano Mariotti, attraverso le sue tessiture colorate, si insinua con energia cercando di toccare nel profondo la sensibilità del pubblico. E’ intrigante e curioso il suo intreccio di fili che con maestria arriva a dissolversi lungo estese linee di cotone e lana, che magicamente attraverso l’intreccio di colori vibrano sulla tela, riflettendo la loro immagine come in uno specchio, lo specchio dell’io, proprio di ogni osservatore concentrato a proiettarsi nell’opera di Mariotti.
Nella semplicità e nella consapevolezza della perdita della bellezza del passato, che grazie al restauro torna viva, si concentra il lavoro di Luca Federici e Giovanna Sparapani, nelle cui opere l’imprevedibile fenomeno del terremoto, con una istantanea azione, abbatte il tempo e la riflessione, portandosi via la nostra storia. Apparentemente cosa rimane? Il ricordo, l’immagine talvolta compassata che chiede aiuto, poi arricchita, messa a nudo e valorizzata dall’artista fotografo. I colori rispecchiano il dramma: il nero, il grigio, l’argento vengono avvolti da una luce bianca, oro, e dai colori: le immagini di Federici e Sparapani prendono corpo attraverso l’utilizzo di carta pregiata e di squarci coloristici che rimangono inerti nella fotografia, ma hanno la capacità di travolgere e far immergere nei pensieri più sconfinati.
Certi che l’arcano del passato è presente e si cela dietro ogni opera d’arte, lasciando vicino a sé la fuliggine della storia che può ricomporsi solo grazie al lavoro dell’artista, maestro del rinnovamento e della bellezza che spesso risorge, possiamo decidere di immergerci nel vortice delle emozioni: sensazioni fluttuanti che destano curiosità.
Francesca Roberti
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